Quando Cristo
ha parlato per la prima volta agli uomini del mistero della Divina Eucaristia,
ha chiamato se stesso pane della vita, pane disceso dal cielo per
offrirsi per la vita del mondo: « Io sono il pane della vita. I vostri padri
mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo,
affinché uno ne mangi e non muoia. Io sono il pane vivente che è disceso dal
cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la
mia carne, che darò per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a
discutere tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua
carne?». Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non
mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la
vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io
lo risusciterò nell'ultimo giorno. Poiché la mia carne è veramente cibo e il
mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue,
dimora in me ed io in lui. Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo a
motivo del Padre, così chi si ciba di me vivrà anch'egli a motivo di me. Questo
è il pane che è disceso dal cielo; non è come la manna che mangiarono i vostri
padri e morirono; chi si ciba di questo pane vivrà in eterno » (Gv 6,48-51).
Cristo è il
pane della vita che è disceso dal cielo, per la potenza del santo Spirito.
È disceso, il giorno dell'annunciazione, nella Vergine più che benedetta, e la
Vergine è divenuta terra buona e benedetta che ha germinato il pane
della vita. Cristo è il pane della vita che discende continuamente dal cielo,
per la potenza del santo Spirito. Discende, al momento dell’annunciazione
eucaristica, nella vergine Chiesa, e la santa Chiesa diviene terra buona e
benedetta che germina il pane della vita. È nella Divina Liturgia che si
compie tale evento della discesa di Cristo e della sua presenza nella Chiesa.
Perché la Divina Liturgia è Cristo in mezzo a noi: « Ecco, io sono con voi
tutti i giorni, sino alla fine del mondo » (Mt 28,20).
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