venerdì 17 febbraio 2012

LA SECONDA VENUTA DI CRISTO



CANTI E PREGHIERE

Quando sulla terra verrai, o Dio, con gloria, e tremerà l’universo, e un fiume di fuoco scorrerà davanti al tuo tribunale, e saranno aperti i libri e rese pubbliche le cose segrete: liberami allora dal fuoco inestinguibile, e fammi degno di stare alla tua destra, o Giudice giustissimo.
Pensando al tuo tremendo tribunale, o glorioso Signore, e al giorno del giudizio, fremo e sono preso da paura, perché la coscienza mi accusa; quando ti sederai in trono e inizierai l’esame, allora nessuno potrà negare i peccati, perché la verità lo accuserà e lo dominerà la paura: alto striderà il fuoco della geenna e i peccatori digrigneranno i denti. Abbi dunque pietà di me, prima della fine, usami indulgenza, Giudice giustissimo.
Quando avrai chiamato per il giudizio ogni essere vivente, o Cristo, allora vi sarà là grande timore, grande angustia, e soltanto le azioni potranno per l’eternità aiutare.
O Salvatore, giusto Giudice, abbi misericordia di me e liberami dal fuoco e dalla minaccia alla quale giustamente dovrò nel giudizio sottostare: prima della fine perdonami, grazie a virtù e pentimento.
Quando ti siederai come Giudice misericordioso, e mostrerai, o Cristo, la tua tremenda gloria, oh, quale timore allora, mentre arderà la fornace, e tutti saranno nello spavento davanti al tuo tribunale, a cui nessuno può resistere!
Considerando il giorno tremendo del giudizio e della tua ineffabile gloria, tutto fremente e tremante per il timore, a te grido, Signore: Quando verrai sulla terra, o Cristo, a giudicare l’universo, o Dio, nella tua gloria, libera allora da ogni castigo questo misero che geme, facendomi degno, o Sovrano, di stare alla tua destra.
Ecco, viene il giorno del Signore onnipotente: chi reggerà al timore della sua venuta? È infatti giorno di furore, è il giorno della fornace ardente, quando il Giudice si assiderà per rendere a ciascuno quanto avranno meritato le sue azioni.   
Considerando l’ora dell’esame e della tremenda venuta del Sovrano Filantropo, io tremo tutto, e afflitto a te grido: O mio giustissimo Giudice e solo molto misericordioso, accoglimi penitente, per intercessione della genitrice di Dio.
Penso a quel giorno e a quell’ora, quando tutti, nudi  e come condannati, ci presenteremo al Giudice imparziale; allora risuonerà alta la tromba, saranno scosse le fondamenta della terra, risorgeranno i morti dai sepolcri, e tutti diverranno contemporanei; di tutti saranno manifesti i segreti davanti a te; si batteranno il petto, piangeranno e se ne andranno al fuoco esteriore quanti non avranno mai fatto penitenza; e con gioia ed esultanza l’eredità dei giusti entrerà nel talamo celeste.
Oh, quale momento, e quale giorno tremendo, quando il Giudice siederà sul temibile trono! I libri verranno aperti, le azioni sottoposte a giudizio e i segreti della tenebra verranno resi pubblici. Gli angeli correranno intorno per radunare tutte le genti. Venite, ascoltate, re e capi, schiavi e liberi, peccatori e giusti, ricchi e poveri: viene il Signore per giudicare tutta la terra; chi resisterà davanti al suo volto, quando gli angeli staranno intorno per presentare al giudizio le azioni, le intenzioni, i pensieri fatti di giorno o di notte? Oh, quale timore allora! Prima dunque che giunga la fine, affréttati, anima, a gridare: O Dio, siimi propizio e salvami, tu che solo sei misericordioso e Filantropo.
Purifichiamoci, o fratelli, col re delle virtù: eccolo qui, infatti, per portarci abbondanza di beni; arresta il gonfiarsi delle passioni e riconcilia col Sovrano i caduti; accogliamolo dunque con letizia, gridando al Cristo Dio: O risorto dai morti, custodi¬scici liberi da condanna, per dare gloria a te, il solo senza peccato.