domenica 12 giugno 2011

PIETRO L’ATHONITA


Primo asceta di Monte Athos

Pietro l’Athonita è uno dei più famosi asceti dell’Athos, luogo che ha fatto nascere molti e grandi santi. Secondo i suoi biografi in principio fu un militare e apparteneva ai battaglioni del palazzo imperiale gli "Scholari”. Durante la guerra contro gli arabi fu catturato in Mesopotamia e incatenato fu portato in prigionia. Dopo la sua miracolosa liberazione dai santi Nicholas e Simeone il Theodòchos andò a Roma, dove è diventato, secondo il suo desiderio, monaco.
Tornando in oriente, la nave dove viaggiava ha fatto sosta a Monte Athos dove il beato Pietro si è stabilito in un luogo deserto, indicato dalla Vergine Maria e da San Nicola. La Theotokos disse al primo eremita Pietro che la montagna dell’Athos le era donata da suo Figlio in retaggio ed era un luogo dove potevano rifugiarsi coloro che desideravano, in coscienza, servire Dio. Il mio amore, disse la Vergine, sarà con i fedeli servitori di Dio e grande sarà la mia gioia, perché in questo luogo, nel mio “Giardino", il nome del mio Figlio sarà lodato incessantemente. Farò glorificare questa montagna, continuò la Vergine, in tutto il mondo e a coloro che qui, con pazienza, si dedicheranno alla celestiale prassi dell’ascetismo donerò grandi elargizioni. Sarò il medico, il guardiano e la Signora di questo luogo santo.
Così San Pietro con l'aiuto della Vergine Maria viveva in una piccola grotta, che sopravvive fino ad oggi, dove aveva la sua chiesetta e la sua cella, in un luogo tra la Grande Lavra e Kafsokalivia. Ha trascorso cinquantatre anni in ascetismo rigoroso, nutrendosi di erbe e pane celeste, senza coperte e vestiti, perché erano stati consumati dagli anni, e sottoposto a molte e diverse tentazioni dei demoni. Al posto delle coperte aveva i peli del corpo, i suoi capelli, la sua lunga barba che arrivava alle ginocchia e le foglie degli alberi. Secondo i suoi biografi durante la sua ascesi aveva come compagno costante la preghiera e come migrazione l’apatia. Il suo pensiero era in cielo e il suo letto era la terra nuda. Ha affrontato generosamente la dolorosa e stretta via per la gloria futura del paradiso.
Un anno prima della sua morte, Dio ha permesso il suo incontro con un cacciatore per far conoscere agli uomini la sua vita angelica. L'anno seguente, quando il cacciatore tornò con due monaci, trova il beato addormentato nel seno del Signore. Prendono il suo beato corpo e lo portano nel paese di Fokea, in Tracia, dove divenne fonte di santificazione e di guarigione. Per alcuni la sua tomba si trova nel Monastero di Iviron.

La sua Vita è stata scritta da Nicola il Sinaita nel nono secolo e da san Gregorio Palamas. Il suo canone liturgico è composto, in suo onore, da Giuseppe l’innografo, dove si fa menzione del miro che sgorgava delle  sue reliquie. La sua memoria si celebra il 12 giugno.


La montagna sacra dell’Athos ha visto grandi santi e grandi asceti che hanno vissuto in combattimento spirituale rinnegando il vecchio uomo e cercando, diventando estranei al mondo, di essere a imitazione di Cristo.
Chi ha visitato la sacra montagna dell’Athos sicuramente avrà notato le due scritte che si trovano in tutti i monasteri e skite: “Signore Gesù Cristo Figlio di Dio abbi misericordia di me” e “Devi morire prima di morire se vuoi vivere dopo la tua morte”.  Sono le due regole principali di tutti gli asceti: la preghiera continua del sacro Nome di Cristo e la morte del vecchio uomo per rinascere in Cristo come persona nuova.
Per uno, come me, che frequenta la Sacra Montagna è motivo di grande tristezza notare negli ultimi anni alcuni fenomeni che sono estranei al luogo: Il turismo religioso, la nascita di numerosi negozi all’interno di alcuni monasteri e, come si lamentava anche Iosif l’esicasta, incontrare monaci dediti in modo esagerato al loro “erghochiro”, il loro lavoro manuale, oltre alla diffusione incontrollata  dei telefoni cellulari. Le cronache ricordano che quando entrò la prima radio nel luogo sacro dell’Athos il monastero di Aghios Pavlos (San Paolo) protestò vigorosamente, presso la Sacra Comunità, ponendo l’accento sull’influenza che avrebbe avuto sul luogo. Altri tempi sicuramente, ma credo che una riflessione servirebbe anche oggi. Ricordo le parole di un monaco del Monastero di Dionisiu: Finché in questo luogo ci saranno persone dedite a Dio con tutto il loro essere desiderando unirsi con il divino la Vergine Theotokos manterrà la sua promessa: “Sarò il medico, il guardiano e la Signora di questo luogo santo”. In caso contrario abbandonerà questo luogo. Monte Athos è il luogo santo dell’ortodossia e il monachesimo la sua salvezza e questo perché, anche oggi vi sono uomini santi in combattimento spirituale.

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