lunedì 13 giugno 2011

Cristo è il nostro amore e la nostra gioia

Cristo è la gioia, la vera luce, la felicità. Cristo è la nostra speranza. Il rapporto con Cristo è un rapporto d’amore, è eros, è emozione, desiderio del divino. Cristo è tutto. Cristo è il nostro amore, Egli ci ama. L’amore di Cristo non ci può essere tolto. Da lì nasce la gioia.
La gioia è Cristo. E’ una gioia che ti trasforma in altra persona. Si tratta di una follia spirituale, ma in Cristo. Ti inebria come il vino non adulterato questo vino spirituale. Come disse David: “Hai unto d'olio il mio capo e il tuo calice inebriante quanto è impareggiabile”. (Sal 22, 5). Il vino spirituale è puro ed è molto forte e quando lo bevi ti inebria. Questa ebbrezza Divina è un dono di Dio, donata a coloro che sono “puri di cuore” (cfr. Mt. 5, 8).
Per quando vi è possibile digiunate, prostratevi di fronte a Cristo, vegliate in preghiera, ma cercate di essere sempre gioiosi. Cercate di avere dentro di voi la gioia di Cristo. E’ una gioia che dura per sempre, è la gioia eterna. È la gioia del nostro Signore, che ci dona serenità, calma, piacevolezza e beatitudine. La gioia che contiene ogni gioia, al di là di ogni gioia. Cristo vuole ed è lieto di donare a piene mani la gioia, desidera arricchire i fedeli con la gioia. Prego "affinchè la vostra gioia sia completa." I Giovanni 1,4).
 Questa è la nostra Fede. È là che bisogna andare. Cristo è il Paradiso, figli miei. Che cosa è il Paradiso? È Cristo. Da Cristo si apre il Paradiso. E’ proprio la stessa cosa, chi qui sulla terra vive in Cristo si trova in Paradiso. Le cose stano come le dico. E’ cosa giusta e vera credetemi! Il nostro compito è cercare di trovare un modo per entrare nella luce di Cristo. Non fare solo le cose essenziali. L’essenza è di essere con Cristo. Fate risvegliare a vostra anima da amare Cristo, per diventare santa. Darsi all’amore divino. Così ci amerà anche Lui. Allora la gioia non ci potrà mai essere tolta. È questo che vuole di più Cristo di riempirci di gioia, perché è la fonte della gioia. Questa gioia è un dono di Cristo. All’interno di questa gioia conosceremo Cristo. Non possiamo conoscerlo se Lui non conosce noi. Come dice Davide? “Se il Signore non costruisce la casa, invano hanno faticato i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano ha vigilato il custode” (Sal 126, 1).  Queste sono le cose che la nostra anima vuole acquisire. Se ci prepariamo di conseguenza la grazia ci donerà ogni cosa. Non è difficile. Se avremo la grazia, tutto sarà facile, felice e benedetto da Dio. La grazia divina bussa continuamente alla porta della nostra anima e aspetta che noi apriamo, per entrare nel nostro assetato cuore e riempirlo: da Cristo, dalla Vergine Maria, dalla nostra Santissima Trinità. Che cose stupende!
Se ami vivi in concordia senza renderti conto di questo. Non sei interessato ne ai automobili, né al mondo ne da altre cose. Sei in te con la persona che ami. È una situazione che vivi, ti rende felice, ti ispira. Pensate che non sia vero? Cercate di pensate che la persona che amate è Cristo. Cristo nella tua mente, Cristo nel tuo cuore, Cristo in tutto il tuo essere, Cristo ovunque.
Cristo è la vita, la fonte della vita, la fonte della gioia, la fonte della vera luce, Cristo è tutto. Chi ama Cristo e gli altri, lui vive la vita. La vita senza Cristo è la morte è l’inferno, non è vita. Questo è l’inferno, non è amore. La vita è Cristo. L’amore è la vita di Cristo. O nella vita o nella morte. Dipende da voi la scelta.
 Uno è il nostro obiettivo, amare Cristo, la Chiesa e il nostro fratello. L’amore, l’adorazione a Dio, il desiderio, l’unione con Cristo e con la Chiesa è il Paradiso in terra. L’amore in Cristo è amore anche verso il confratello, verso tutti, verso i nostri nemici. Il cristiano sente dolore per tutti, vuole la salvezza di tutti, desidera che tutti assaporano il regno di Dio. Questo è il cristianesimo. Attraverso l’amore per il fratello riusciremo ad amare Dio. Finché noi lo desideriamo, finché noi lo vogliamo, finché siamo degni, la grazia arriva per mezzo del nostro fratello. Quando amiamo il nostro fratello amiamo la Chiesa e di conseguenza Cristo. Anche noi stiamo nella Chiesa. Così, quando amiamo la Chiesa, amiamo noi stessi.
 Gheron Porfirios Kapsocalivitis.



L’uomo di oggi si sente un piccolo dio, un super uomo, tutte le sue energie sono spese alla ricerca frenetica di colmare il vuoto che sente. e questo vuoto lo colma con il successo, con il denaro e con tanti beni materiali. Il possesso di queste cose e il dominio sugli altri uomini la fa sentire un dio, pensa di essere al sicuro e dice a se stesso che Dio non esiste.
Questo finche per un scherzo del destino perde il suo potere, il suo denaro, oppure la sua salute e allora vede la sua  vita vuota e la sua esistenza senza significato arrivando anche ad estremi decisioni. Si accorge di non aver vissuto ma di avere creato l’inferno sulla terra. Questa è la vita dell’uomo senza Cristo, senza la gioia, senza l’amore di vivere una vita in Cristo.

domenica 12 giugno 2011

PIETRO L’ATHONITA


Primo asceta di Monte Athos

Pietro l’Athonita è uno dei più famosi asceti dell’Athos, luogo che ha fatto nascere molti e grandi santi. Secondo i suoi biografi in principio fu un militare e apparteneva ai battaglioni del palazzo imperiale gli "Scholari”. Durante la guerra contro gli arabi fu catturato in Mesopotamia e incatenato fu portato in prigionia. Dopo la sua miracolosa liberazione dai santi Nicholas e Simeone il Theodòchos andò a Roma, dove è diventato, secondo il suo desiderio, monaco.
Tornando in oriente, la nave dove viaggiava ha fatto sosta a Monte Athos dove il beato Pietro si è stabilito in un luogo deserto, indicato dalla Vergine Maria e da San Nicola. La Theotokos disse al primo eremita Pietro che la montagna dell’Athos le era donata da suo Figlio in retaggio ed era un luogo dove potevano rifugiarsi coloro che desideravano, in coscienza, servire Dio. Il mio amore, disse la Vergine, sarà con i fedeli servitori di Dio e grande sarà la mia gioia, perché in questo luogo, nel mio “Giardino", il nome del mio Figlio sarà lodato incessantemente. Farò glorificare questa montagna, continuò la Vergine, in tutto il mondo e a coloro che qui, con pazienza, si dedicheranno alla celestiale prassi dell’ascetismo donerò grandi elargizioni. Sarò il medico, il guardiano e la Signora di questo luogo santo.
Così San Pietro con l'aiuto della Vergine Maria viveva in una piccola grotta, che sopravvive fino ad oggi, dove aveva la sua chiesetta e la sua cella, in un luogo tra la Grande Lavra e Kafsokalivia. Ha trascorso cinquantatre anni in ascetismo rigoroso, nutrendosi di erbe e pane celeste, senza coperte e vestiti, perché erano stati consumati dagli anni, e sottoposto a molte e diverse tentazioni dei demoni. Al posto delle coperte aveva i peli del corpo, i suoi capelli, la sua lunga barba che arrivava alle ginocchia e le foglie degli alberi. Secondo i suoi biografi durante la sua ascesi aveva come compagno costante la preghiera e come migrazione l’apatia. Il suo pensiero era in cielo e il suo letto era la terra nuda. Ha affrontato generosamente la dolorosa e stretta via per la gloria futura del paradiso.
Un anno prima della sua morte, Dio ha permesso il suo incontro con un cacciatore per far conoscere agli uomini la sua vita angelica. L'anno seguente, quando il cacciatore tornò con due monaci, trova il beato addormentato nel seno del Signore. Prendono il suo beato corpo e lo portano nel paese di Fokea, in Tracia, dove divenne fonte di santificazione e di guarigione. Per alcuni la sua tomba si trova nel Monastero di Iviron.

La sua Vita è stata scritta da Nicola il Sinaita nel nono secolo e da san Gregorio Palamas. Il suo canone liturgico è composto, in suo onore, da Giuseppe l’innografo, dove si fa menzione del miro che sgorgava delle  sue reliquie. La sua memoria si celebra il 12 giugno.


La montagna sacra dell’Athos ha visto grandi santi e grandi asceti che hanno vissuto in combattimento spirituale rinnegando il vecchio uomo e cercando, diventando estranei al mondo, di essere a imitazione di Cristo.
Chi ha visitato la sacra montagna dell’Athos sicuramente avrà notato le due scritte che si trovano in tutti i monasteri e skite: “Signore Gesù Cristo Figlio di Dio abbi misericordia di me” e “Devi morire prima di morire se vuoi vivere dopo la tua morte”.  Sono le due regole principali di tutti gli asceti: la preghiera continua del sacro Nome di Cristo e la morte del vecchio uomo per rinascere in Cristo come persona nuova.
Per uno, come me, che frequenta la Sacra Montagna è motivo di grande tristezza notare negli ultimi anni alcuni fenomeni che sono estranei al luogo: Il turismo religioso, la nascita di numerosi negozi all’interno di alcuni monasteri e, come si lamentava anche Iosif l’esicasta, incontrare monaci dediti in modo esagerato al loro “erghochiro”, il loro lavoro manuale, oltre alla diffusione incontrollata  dei telefoni cellulari. Le cronache ricordano che quando entrò la prima radio nel luogo sacro dell’Athos il monastero di Aghios Pavlos (San Paolo) protestò vigorosamente, presso la Sacra Comunità, ponendo l’accento sull’influenza che avrebbe avuto sul luogo. Altri tempi sicuramente, ma credo che una riflessione servirebbe anche oggi. Ricordo le parole di un monaco del Monastero di Dionisiu: Finché in questo luogo ci saranno persone dedite a Dio con tutto il loro essere desiderando unirsi con il divino la Vergine Theotokos manterrà la sua promessa: “Sarò il medico, il guardiano e la Signora di questo luogo santo”. In caso contrario abbandonerà questo luogo. Monte Athos è il luogo santo dell’ortodossia e il monachesimo la sua salvezza e questo perché, anche oggi vi sono uomini santi in combattimento spirituale.

sabato 11 giugno 2011

SABATO PRIMA DI PENTECOSTE DEI DEFUNTI PER LA CHIESA ORTODOSSA


Il sabato prima della Pentecoste, facciamo memoria di tutti coloro che sin dall’antichità sono piamente adormentati  nella speranza della risurrezione di vita eterna.
Colloca, o Cristo Sovrano, nelle tende dei tuoi giusti, le anime di quanti ci hanno preceduto nel riposo, e abbi misericordia di noi, Tu che solo sei immortale. Amin.

Ecco i divini cori dei martiri, le schiere degli apostoli e dei profeti, le assemblee dei giusti, o Salvatore, che, a te inneggiando, ti supplicano di salvare tutti coloro che hai tolto dal mondo.
Al suono della tua tromba vigorosa, quando si apriranno le tombe dei morti, e tutta la terra rabbrividendo tremerà, allora, o Cristo, colloca alla tua destra insieme alle pecore i tuoi servi che di qui hai tolto.
Da’ riposo ai tuoi servi insieme ai santi, o Salvatore nostro, e falli dimorare nei tuoi atri, come sta scritto, senza tener conto, nella tua bontà, delle loro colpe volontarie e involontarie, e di tutte le colpe commesse consapevolmente e inconsapevolmente, o Filantropo.
Tu che col tuo cenno hai fatto tutto, dona il riposo, ai cristiani che sono morti nella fede. A padri e progenitori, nonni e bisnonni, fratelli e amici, ricchi e poveri, re e capi, insieme ai monaci, dona il riposo là dove abitano le moltitudini di tutti i tuoi giusti e i tuoi santi: te lo chiediamo perché tu sei un Dio che presto ti plachi. O Cristo Re, Sovrano, concedi a tutti i tuoi servi la remissione delle colpe che hanno commesso.

giovedì 9 giugno 2011

IL PATRIARCATO ECUMENICO DA ANNI E' IMPEGNATO PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE


NON PERMETETE LA DIFUSIONE DEL NUCLEARE

Purtroppo non possiamo chiuderci in qualche luogo chiuso per respirare l’aria pulita, nonostante i nostri tanti mezzi economici. Non possiamo mangiare cibi che non abbiano subito l’influenza dei raggi radioattivi o delle sostanze chimiche che circolano nelle acque, nell’atmosfera e nel suolo. Non possiamo goderci il sole da una posizione non influenzata dal buco dell’ozono. Non possiamo vivere in un punto della terra che non sia influenzato dalla crescita della temperatura della sua atmosfera e dai cambiamenti del clima da ciò provocati e da altri che riguardano lo spazio e il terreno. Neanche possiamo trovare un luogo che non sia riempito dalle molteplici radiazioni e di ignota – sino a questo momento - influenza , che principalmente vengono usate nella moderna tecnologia, dove domina la trasmissione senza fili di informazioni e direttive. Ma neanche la ricerca semplicissima e tanto necessaria di un angolo tranquillo e inattaccabile dall’inquinamento acustico, in cui poterci davvero riposare, possiamo soddisfare, perché, oltre ai suoni delle piccole attività dei nostri vicini, una grandissima massa di molteplici suoni, ultrasuoni e sub-suoni si alza dalle megalopoli al cielo e da lì scende in ogni estremità della terra, sopra la quale inoltre volano orgogliosamente i moderni aerei ultrasonici. Tutti questi suoni, entro oppure oltre lo spettro acustico, danneggiano il nostro sistema nervoso anche quando i nostri sensi non li percepiscono.

Di fronte a questa massa di fattori inquinanti, pericolosi per tutti gli uomini, una sola forza può resistere: la coscienza dell’uomo. La coscienza è l’unica forza che l’uomo può opporre alla perpetrazione di un nascosto atto di inquinamento e di una anche piccola azione catastrofica per l’ambiente.

S.S. il Patriarca Bartolomeo I

TESTIMONIANZA DI VITA


Leggo in uno dei post: corso biblico interconfessionale, cattolici ortodossi valdesi. Un papas ortodosso in una chiesa avventista: parliamo di Ortodossia.

Mi chiedo quale messaggio si trasmette con azioni simili. Si può far conoscere il cristianesimo ortodosso con riunioni prive di ogni briciola di spiritualità? Il beato padre Romanidis paragonava questi incontri come riunioni di persone di cultura media che al capezzale di un malato grave si pronunciavano riguardo alla cura migliore.

Considerando che la Chiesa è il grande nosocomio che guarisce l’uomo caduto portandolo all’immortalità (S. Giovanni Crisostomo) il sacerdote dovrebbe essere il medico, colui che si è purificato abbandonando il vecchio uomo per Cristo. Chi non lotta per essere una persona nuova in Cristo potrà guarire, come medico delle anime, qualcuno? Non è con filmini illustrativi che si fa conoscere l’ortodossia. Non facendo vita mondana si fa testimonianza di vita cristiana. Si dimentica che il cristianesimo è vita e testimonianza, è servizio, è amore per il prossimo, è amore per il proprio gregge, è sacrificio.

TESTIMONIARE LA NOSTRA FEDE CON L’ESEMPIO


Osservo con dolore che una esigua, e sottolineo esigua e triste minoranza, spende il proprio tempo in incontri sterili e privi di ogni significato con altre confessioni (valdesi, avventisti ecc.) partecipando a tutte le manifestazioni interconfessionali. Queste persone pensano o credono che in questo modo rendono un servizio non rendendosi conto che riducono l’ortodossia a qualcosa di folcloristico, trascurano il loro gregge cristiano ortodosso, diventando un corpo estraneo e dannoso per le loro comunità.

Hanno dimenticato che il loro ruolo è essere padre e fratello del loro gregge, gioire con le loro gioie e piangere per le loro disgrazie, essere sempre a servizio. Hanno dimenticato che il cristianesimo ortodosso per chi lo vive PROFONDAMENTE è la medicina che conduce all’immortalità. Non è incontri mondani ma è Vita. Eppure gli esempi luminosi di persone che vivono il cristianesimo ortodosso intimamente, e che sono un esempio luminoso di vita cristiana per tutti, ci sono.

BASTA RICHIAMARSI A CRISTO PER DEFINIRSI CRISTIANI?


Vorrei riflettere con voi riguardo questa domanda.
Chi è cristiano ha qualcosa in comune con le pseudo chiese e confessioni che ci vengono dall’America come le mode?
Cristo secondo Sant’Ignazio si trova nella comunità dei fedeli dove esiste la totalità della verità e non una parte e solo allora questa comunità si può definire Chiesa e i suoi fedeli Corpo di Cristo.
Serafim Rose alla domanda se crediamo tutti allo stesso Dio risponde negativamente per le stesse ragioni. Non basta richiamarsi a Cristo per essere definiti cristiani.
Prendiamo come esempio gli anglicani e gli avventisti. Come può essere definita cristiana una confessione che ai suoi vertici ha persone dichiaratamente omosessuali che convivono?
Riguardo agli avventisti leggo che nascono nel 1863. Fra i suoi fondatori, nonché "profeta", ci fu Ellen G. White. Nella dottrina tra i suoi insegnamenti che la distinguono ci sono la non esistenza dell'inferno eterno e dell'anima immortale ("l'uomo è di per sé un'anima vivente"), lo stato di incoscienza dei morti e la dottrina del giudizio investigativo.
Lascio a voi la conclusione.